Il casale di Capitignano sorse all’epoca della sconfitta dei Romani sui Picentini, quando gli abitanti della distrutta Picenza abbandonarono la pianura per ritirarsi sulle pendici delle montagne. Qui formarono un nucleo abitativo intorno al tempio eretto da Silla al Dio Giove, al fianco del quale furono poste le teste delle statue di Giano e Giunone, mozzate in segno di spregio dai legionari romani. E dall’effigie di Giano (Caput Jani) sembra aver preso il nome il casale più grande ossia quello di Capitignano.
Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di San Cipriano, appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d’Italia, ha fatto parte del mandamento di San Cipriano, appartenente al Circondario di Salerno.
Nel 1929 venne aggregato al comune di San Cipriano Picentino. Recuperò l’autonomia nel 1944.
Nel 2011, col 94% di raccolta differenziata, la città diventa il primo comune italiano in questo ambito.
(fonte Wikipedia)
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